mercoledì 12 dicembre 2007

Casa Balbiani



Casa Milly_4


Casa Milly_3


Architettura ed Hegel

Tesi:natura;antitesi:fabbrica;sintesi:architettura.
Tesi:architettura;antitesi:natura;sintesi:città.
Senza natura non può esistere architettura essa infatti è ciò che la natura non è più e ciò che la fabbrica non è ancora.
Di questa dialettica evolutiva il motore è la storia intesa come tradizione da conservare per superare.

martedì 11 dicembre 2007

ARMONIA

L’armonia è sempre un rapporto tra due entità,non può esistere questo concetto con un solo elemento .
Per quanto riguarda gli esseri umani l’armonia consiste nel rapportarsi con loro stessi e con gli altri.
E’ quindi molto difficile trovare l’equilibrio tra tutte le componenti esistenziali dell’individuo. Lavoro,famiglia,studio,amicizia,impegno sociale,sesso etc. vanno tutti coltivati perché l’annullamento di una qualsiasi componente determina uno sbilanciamento che non produce armonia.
Orbene,questa premessa necessita di un ulteriore elemento per cercare di tendere ad una felicità esistenziale,e questo è il fine della vita.
Sicuramente è di facile intuizione capire che il fine che ci rende più felici non può essere un fine materiale perché per quanto si possano avere successi economici questi non ci apparterranno mai completamente. Qualsiasi bene infatti si può vendere,perdere,locare,deperire,distruggere etc;ed inoltre si può condividere,si può averlo identico ad un altro;in più qualsiasi bene materiale non sarà mai esaustivo perché ci sarà sempre l’esigenza di averne altri.
Bisogna perciò puntare su qualcosa di immateriale che possa essere quanto più esaustivo per farci vivere felici.
Sicuramente questo qualcosa non può essere la religione perché questa si interessa di ciò che accade dopo la vita terrena e quindi si disinteressa di quelle che sono le problematiche dell’esistenza.
Allora ritengo che l’unica cosa che possa farci essere felici sia la conoscenza. Solo attraverso essa noi siamo in grado di avere cose veramente personali che non ci possono essere prese ne usurpate da nessuno.
La conoscenza di una determinata cosa,la più varia,è certamente solo nostra;il sapere le tabelline o il conoscere un brano di letteratura è un bene esclusivo che non si perde mai e che non ha bisogno di essere relazionato a niente altro
Conoscere perciò,in qualsiasi modo il mondo sul quale viviamo è sicuramente qualcosa che ci avvia ad essere felici.

le linee curve

Io non preferisco le linee curve.
Mi danno e comunicano un senso di insicurezza.
Su di esse si scivola,non ci si può aggrappare.
E’ molto meglio la linea diritta che incontra altre linee e forma angoli sicuri.
Del resto,per dare un giudizio estetico negativo,di una persona si dice “ha gli occhi a palla”.
L’angolo retto, poi ,dà l’idea della perfezione.dell’armonia e dell’equilibrio.
Come si può parlare di equilibrio con i cerchi e le curve che rotolano e dondolano.

COLORIAMO LA CITTA'






Insieme alla mia amica fotografa Serena Sammarco ho potuto rendere visibile una idea che nutro da molti anni:riempire di colore tutte le superfici grigie di Salerno.
Nelle nostre città infatti ci sono grandi spazi occupati da strutture in cemento armato “a vista” che sono l’eredità pervenutaci da quegli anni ’50 e ’60 in cui il cemento era considerato un valore.
Nell’epoca della ricostruzione infatti vi fu una corsa a realizzare quanto più possibile senza curarsi dell’aspetto paesaggistico.
Fu l’epoca dell’homo faber come direbbe il maestro Paolo Soleri che prese il posto dell’homo sapiens.
Il cemento era visto a quell’epoca come segno di progresso,emancipazione;oggi invece,nella mutata cultura ambientalista la vista del cemento si associa subito a degrado ed inquinamento.
Purtroppo però dobbiamo pur convivere con tali strutture ed allora abbiamo pensato di colorare queste superfici con tinte forti onde allontanare da noi il disagio di tali visioni.
Noi a Salerno abbiamo la luce giusta per vedere i colori,siamo sul Mediterraneo. E’ qui che la luce arriva a 45 gradi ed illumina meglio gli oggetti. A Nord la luce è scarsa,più a Sud è eccessivamente zenitale.
I Greci non a caso non chiudevano i loro templi per poter vedere lo spettacolo di colori in cui essi erano realizzati;nel Nord Europa invece fiorì,forse per la stessa ragione,il gotico,tutto chiuso in cui il colore proveniva in modo artificiale dalle vetrate colorate.
Il colore è vita,quando muore la persona perde l’abituale colorito ed anche di qualcuno che sbianca si dice che sembra morto.
Ed allora ridiamo la vita a Salerno e togliamo quel grigio che contamina i contorni e non fa vedere cosa c’è dietro o a fianco di questo cemento.
I piloni di via Gatto ad esempio inquadrano una macchia mediterranea che oggi non si vede ma che con i colori forti sui piloni stessi verrebbe addirittura esaltata;i piloni di via Cavaliero inquadrano un cielo azzurro che oggi sembra non esserci e che invece sarebbe eccezionale tra strutture colorate;il muro di contenimento di v.le delle ginestre oggi è un triste muro del pianto che abbrutisce addirittura la vegetazione spontanea che ci si arrampica,giallo,rosso,arancio invece sarebbe un piacevole spettacolo che accompagna lungo la strada.
E così via anche per via Calenda incrocio con via Manganarlo ed in altri 100 e più posti.
Dobbiamo necessariamente colorare queste superfici anche per conferire al paesaggio in cui esse sono una grande qualità:l’antichità.
Qui da noi,sul mediterraneo,le pietre delle nostre regioni meridionali con le quali si sono fatte le architetture storiche, hanno sfumature di colori che non hanno niente in comune con la freddezza del cemento;colorando la città quindi faremo anche un’azione storica di riconquista di un genius loci per decenni abbandonato.
Sono certo che ci sentiremo più a nostro agio e non fuori luogo.

Giovanni Falci e Serena Sammarco

Casa Milly_1


Casa Milly